INTERVISTA A BOŠTJAN SIMON, DIRETTORE ARTISTICO

Boštjan Simon - Festival Flores Musicae: Stare nove zvočnosti, 2016, foto: Matej Vidmar

Dopo 15 anni (2004-2015) alla guida del SAXGO, Matjaž Drevenšek non metterà la firma sotto il 24° Incontro Internazionale di Sassofonisti quest’anno. Per molti anni ha diretto con successo il festival e il programma formativo. Il suo contribuito a rendere il sassofono riconoscibile e accettato come uno strumento almeno pari ad altri strumenti a fiato, sia nella musica classica che in quella jazz, è stato considerevole. In tutti questi anni molti illustri ed eminenti docenti, concertisti, ricercatori e artisti si sono presentati sotto il marchio SAXGO. L’Incontro Internazionale di Sassofonisti è riconosciuto oggi in tutto il mondo e rappresenta un simbolo di qualità, innovazione, creatività e interdisciplinarietà. Con profondo rispetto ed estrema gratitudine, Jan Gričar e Boštjan Simon hanno assunto il ruolo dei direttori artistici nel 2019. Abbiamo invitato due ex-partecipanti al SAXGO, che si sono affermati in Slovenia e all’estero, a parlare dei loro piani per il festival nel prossimo e lontano futuro.  Barbara Poša Belingar, coordinatrice del progetto, ha parlato con Boštjan Simon, direttore artistico di sassofono jazz.

Betka Bizjak Kotnik, Boštjan Simon, Matjaž Drevenšek - SAXGO22 - ALL TOGETHER NOW, 2018, foto: Matej Vidmar

Da dove nasce l'amore per il sassofono e cosa ti ha portato a suonare questo strumento che non ha ancora compiuto 200 anni?

La mia decisione di suonare il sassofono è avvenuta più o meno per caso. Credo di averlo visto e sentito dal vivo per la prima volta durante uno degli eventi musicali al Kulturni dom Nova Gorica. Ricordo di essere rimasto affascinato da una speciale combinazione di suono e aspetto del sassofono. Tuttavia, questo non è il vero motivo per cui mi sono innamorato dello strumento. È stato il mio primo insegnante di sassofono, Stojan Ristovski che è venuto a mancare l’anno scorso, ad avvicinarmi e insegnarmi a rispettare lo strumento. Sono stato introdotto al repertorio classico e sono diventato membro del quartetto di sassofoni della Scuola di Musica di Nova Gorica.

Boštjan Simon e Big band NOVA - SAXGO18, 2014, foto: Matej Vidmar

Dopo esserti laureato in filosofia all’Università di Lubiana e in musica al Conservatorio di Amsterdam, ti sei concentrato sulla creazione della tua musica, per non parlare delle numerose collaborazioni con musicisti sloveni e di fama internazionale. Hai anche suonato in varie big band e orchestre di sassofoni. Tra l'altro, tra il 2002 e il 2005, hai collaborato con la Big Band Nova come direttore d'orchestra. A quel tempo, la Big Band Nova comprendeva musicisti come Jani Šepetavec, sassofonista della nuova generazione di successo, e il pianista e compositore Anže Vrabec. Come ricordi quel periodo, specialmente dal punto di vista del direttore d'orchestra?

Ho ricordi molto belli di quegli anni. Durante il mio secondo anno di studi di filosofia, Miloš Rijavec, il fondatore e primo direttore della Big Band Nova, mi ha offerto di dirigere questa orchestra. La decisione di dirigere un complesso così eterogeneo in seguito mi è sembrata un po’ affrettata, ma sono stato fortunato perché all'epoca c'erano molti giovani talenti nell'orchestra che erano presenti nella regione di Goriška. Oltre a Jani Šepetavec e Anže Vrabec, c'erano: Damijan Valentinuzzi, Matija Mlakar, Matic Mikola, David Morgan, Matej Špacapan, Marko Lasič, tutti eccellenti musicisti e solisti che hanno continuato la loro carriera in musica. Come direttore, volevo sfruttare al massimo il potenziale e il talento dei musicisti. Tuttavia, questo non è stato sempre possibile a causa di occasionali impegni commerciali dell'ensemble. A volte, però, l'energia della Big Band, che si stava lentamente scaldando durante molti incontri, ha superato i disaccordi e ha convinto anche qualche orecchio critico. Tra i sassofonisti della big band devo menzionare il grande contributo di Silvio Brosche, membro della Big Band Nova per molti anni e mio insegnante di sassofono. Ultimamente, una nuova generazione di musicisti sta emergendo accanto a David Mozetič, riempiendo la linea di sassofoni.

Hai partecipato per la prima volta all’Incontro Internazionale di Sassofonisti come allievo della scuola di musica elementare. Quando è stato esattamente e come ti sei sentito in compagnia di giovani sassofonisti di talento provenienti da tutta la Slovenia?

Penso di esser stato presente al primo incontro e a quasi tutti i successivi. Ho sempre percepito questo incontro come il vortice originale del sassofono in Slovenia e, ripeto, sono stato molto fortunato che sia successo proprio nella mia città. Ricordo Oto Vrhovnik e la sua orchestra di sassofoni, molti artisti ed eccellenti insegnanti di sassofono.

Boštjan Simon e Zlatko Kaučič - SAXGO14, 2010, foto: Atelje Pavšič Zavadlav

Hai suonato con diversi musicisti e jazzisti di fama internazionale sui palcoscenici sloveni e internazionali. La tua discografia è davvero impressionante. Hai collaborato su più di 25 album e progetti con gruppi come Etceteral, There Be Monsters, Velkro, Litošt, Trus ecc. Da dove trai tutta questa creatività e ispirazione per comporre e sperimentare nel campo dell'improvvisazione?

Studio e mi esercito ogni giorno, traendo ispirazione da diversi stili di musica autentica. Scrivo note musicali e schizzi e da questi nascono arrangiamenti per un determinato complesso. Non ho ancora la sensazione di aver trovato la mia voce al punto in cui posso semplicemente riprodurre ciò che mi rende riconoscibile, quindi sto ancora cercando, provando e testando. Ciascuno dei complessi menzionati è un viaggio verso un suono particolare, ma credo che si possa trovare un terreno comune in questi viaggi, principalmente nei ritmi composti e nel mescolare suoni acustici ed elettronici, il che dimostra un mio più ampio interesse musicale. Per quanto riguarda il campo dell'improvvisazione – ancora una volta – siamo fortunati a Nova Gorica ad avere il percussionista di fama internazionale Zlatko Kaučič, che crea e insegna anche nella stessa location della Big Band Nova. Ho avuto l'onore di suonare con Kaučič in un duetto in una delle edizioni del festival SAXGO. La sua scuola, il festival BCMF e il suo complesso Kombo sono il miglior incubatore per l'improvvisazione nella regione di Goriška.

Boštjan Simon - seminario ‘Strumenti per l’improvvisazione’ (Ben van Gelder, Han Bennink, Rainer Baas) - SAXGO22, 2018, foto: Matej Vidmar

Dal 2017 sei co-direttore artistico dell'Incontro Internazionale di Sassofonisti SAXGO a Nova Gorica. A quel tempo lavoravi ancora con Matjaž Drevenšek, e dal 2019 con Jan Gričar, con il quale non hai ancora avuto modo di metterti alla prova, poiché i piani dello scorso anno sono stati sospesi a causa del Coronavirus. Qual è la responsabilità di questa nuova direzione artistica e quali sono le vostre aspettative prima della nuova edizione dell'Incontro Internazionale di Sassofonisti a Nova Gorica?

Matjaž Drevenšek ha portato SAXGO a un invidiabile livello internazionale e mi sento molto privilegiato di aver co-creato il programma jazz del festival con il suo incrollabile sostegno per due anni. Spero di aver ereditato, oltre alla direzione artistica, almeno una parte dell'energia di Drevenšek, della sua motivazione e della sua massima professionalità nella creazione del festival e nell'organizzazione delle competizioni. Spero anche sinceramente che la pandemia ci permetta di portare avanti il festival e il programma di formazione del SAXGO di quest'anno, che i confini vengano aperti e che saremo in grado di ascoltare ottima musica per sassofono tenendo conto di tutte le misure di distanziamento.

Quest’anno avete preparato un programma di festival invidiabile. La parte classica del festival e il programma pedagogico includerà soprattutto nomi sloveni, nella parte jazz invece saremo in grado di vedere ensemble misti con musicisti internazionali. Il programma formativo comprenderà anche due giganti internazionali: Daniele D'Agaro che condurrà con te il seminario di sassofono jazz, e il sassofonista e compositore americano di nuova generazione Steve Lehman con una master class in composizione e improvvisazione. Una scelta di sassofonisti ambiziosa e audace che attirerà sicuramente molti sassofonisti e jazzisti. Che tipo di risposta ti aspetti e soprattutto pensi che i seminari e la master class di quest'anno susciterà interesse anche oltreconfine?

Boštjan Simon - SAXGO19 - Saxophone Summer School, 2015, foto: Matej Vidmar

SAXGO è sempre stato progettato per superare i confini locali e nazionali, quindi quest'anno mi aspetto una risposta internazionale diversificata, principalmente perché la master class di Lehman sarà disponibile anche a chi non sarà fisicamente presente a Nova Gorica il 1 luglio. Raccoglieremo le domande che saranno poi lette a Steve Lehman. Se la pandemia lo permetterà, ascolteremo ospiti serbi, italiani e statunitensi. Inoltre, Daniele D'Agaro preparerà i partecipanti per uno spettacolo al termine dei seminari. Non vedo l'ora!

Nella tua ricca costellazione creativa, piena di sperimentazioni e nuove sfide, deve esserci un nuovo progetto all'orizzonte. Puoi dirci di cosa ti occupi al momento?

La crisi del coronavirus ha fermato quasi tutti gli eventi, quindi ho dedicato il mio tempo ad esercitarmi e ad ampliare il repertorio della mia musica in diversi complessi. Al momento sto preparando la musica per un vecchio film muto svedese Haxan (1922), registrando per l'ensemble del bassista Robert Jukič e scrivendo nuova musica per la mia band There Be Monsters ed Etceteral. Spero che torneremo presto sui palcoscenici e che la situazione attuale non lascerà conseguenze durature nell'ambiente dei concerti.

Boštjan Simon - sassofono e sintetizzatore, Marek Fakuč - batteria, Lina Rica - visual interattivi – collage musicale, 2020, foto: Matej Vidmar